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Una vacanza capitata quasi per caso, in compagnia di tre amici che presto se ne vanno lasciandola sola in un castello-albergo di montagna: Patrizia si ritrova in un luogo sconosciuto alle prese con la propria inquietudine esistenziale e con un abbandono sentimentale da poco subito. Il contatto con la natura e l'amore per la scrittura la portano a un flusso di coscienza ininterrotto che esprime nelle pagine di un diario, occasione di bilancio rispetto a rapporti avuti, ma anche insolubile interrogazione riguardo alla condizione umana, alla confusione onirica e alla solitudine. Temi che Patrizia ritrova anche in un altro diario, letto casualmente a Venezia in un bar, il diario di Valeria, con cui la protagonista cerca di colmare lo scarto tra la propria interiorità e il reale. Scenario che contribuisce a modellare gli eventi, la città lagunare, teatro di un amore prima platonico poi reale, tra passione, malesseri profondi e fantasia.